My soul is painted like the wings of butterflies...

My soul is painted like the wings of butterflies...
‎"Il minimo battito d'ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo..."

Ci sono due modi di vivere la tua vita.

Una e' pensare che niente e' un miracolo.

L'altra e' pensare che ogni cosa e' un miracolo.

Albert Eisten

Informazioni personali

La mia foto
Nata il 13/o8/87 a Catania. Vivo con la mia famiglia a Riposto...dove ho sempre vissuto. Del mio paese cosa amo?Il mare e la voglia di sentirsi grande, anche nella sua piccolezza. Cosa non mi piace? La spazzatura e la mafia.E l'idea di rimanere attaccata ad un paesino di provincia che non presenta così tante opportunità.

domenica 22 marzo 2009

Laurea? No grazie, vivo al Sud.



Ricchezza culturale e opportunità di lavoro. Ecco le motivazioni principali per cui gran parte dei maturandi decidono di affrontare il percorso universitario. Il problema è che molti dei roboanti titoli dei corsi di laurea, presentandosi dapprima belli e accattivanti, non sempre mantengono ciò che promettono.

Il verdetto dell’ultima indagine Istat sull’occupazione dei laureati è molto chiaro: anche i neodottori sono rimasti fedeli alla precarizzazione del lavoro giovanile, presente in tutta Italia. Il 74% di essi trovano lavoro, ma la percentuale cade sensibilmente se ci si riferisce alla quota di occupati in lavori continuativi, oggi, infatti, siamo al 56% contro il 63,2% del 2001. Le percentuali, poi, scendono ancora di più quando devono indicare il numero dei laureati catanesi: il Consorzio Interuniversitario Alma Laurea, in un rapporto del 2008 che raccoglie fonti di ricerche effettuate nel 2002, 2004 e 2006, indica che il 38,5% dei neolaureati catanesi lavorano, mentre il 71% continuano gli studi. «La principale motivazione all’origine della prosecuzione degli studi con la specialistica è data dalla volontà di arricchire la propria formazione (62%), mentre 32 laureati su cento hanno sentito questa come una scelta “quasi obbligata” per accedere al mondo del lavoro.»

È facile arrivare a una conclusione: il divario Nord- Sud è sempre più evidente, basti pensare che nelle regioni Centro-meridionali a cercare un’occupazione è il 25,4% dei giovani laureati contro appena il 5,9% delle regioni settentrionali.

Lo stesso rettore dell’università di Catania, Antonino Recca, ha spiegato che gli studenti «scontano in partenza la difficile situazione socio-economica delle regioni del Mezzogiorno, per questo si evidenzia anche il dato dell’altissimo numero di laureati triennali che proseguono il loro percorso con la laurea specialistica.»

Un altro dato che emerge forte e chiaro dalla ricerca Istat è che, nonostante la progressiva femminilizzazione del mercato occupazionale, raggiungere un lavoro stabile per le donne è ancora molto difficile (62,2% degli uomini contro il 51,8% delle donne), malgrado siano proprio loro a laurearsi di più, prima e con votazioni migliori.

Ma qual è il tipo di laurea che, nel mondo del lavoro, è più ricercato? A vincere la gara di competitività è la laurea in ingegneria; se ci riferiamo ai singoli corsi parliamo dell’88,7% degli ingegneri gestionali e l’87,5% degli ingegneri delle telecomunicazioni.

La brillante laurea in ingegneria è seguita da quella del gruppo chimico-farmaceutico con il 72,7% e da quella del gruppo economico-statistico con il 68,2%. A sorprendere è stata la laurea di scienze della comunicazione, tanto bistrattata quanto, evidentemente, frequentata; infatti il 73,7% dei suoi laureati trova lavoro, anche se questo dato non riguarda l’ambito lavorativo catanese di questa laurea.

A quanto pare qualcosa è cambiato: mentre un tempo era il settore giurista che “apriva tutte le porte”, oggi i laureati in giurisprudenza che trovano un lavoro continuativo sono solo il 41,7%. Accanto ai giuristi ci sono i laureati del gruppo letterario (46,2%), che però, già preparato alla difficile situazione, trova soluzioni con occupazioni alternative.

La situazione è molto trasparente quanto triste e difficile per i giovani di oggi, soprattutto se siciliani o calabresi. O si accontentano o emigrano. E se i numeri non riescono a destare preoccupazione, la situazione concreta dovrebbe riuscirci.

Bisogna ammettere, poi, che in certi ambiti lavorativi la pratica è più apprezzata e accettata. Ma la nostra società ha fame di cultura, dimenticando che senza la pratica la cultura non ha lo stesso valore e la stessa efficacia.

Cosa bisogna fare, quindi, davanti a questa difficile situazione? Sicuramente tutti i sogni hanno diritto di vivere, ma non si può rimanere aggrappati solo a questi: interessi, attitudini, conoscenza e domanda di lavoro sono gli ingredienti per un ottimo cocktail che, se fatto bene, può aiutare a perder meno tempo a costruire un futuro.

Nessun commento:

Posta un commento